La donna cannone

 E insomma mi volevo comprare un costume a triangolo. 


Ne avevo visto uno che mi garbava, tutto a fiorellini colorati, con delle rouches, per i poveri gale, sul davanti.

Perché non sono già abbastanza di puppa grossa, ho bisogno di galeggiare.


Comunque.


Entro nel negozio e chiedo alla commessa.

Lei mi guarda con gli occhi tristi di chi deve darti una brutta notizia e mi dice: “Se vuoi te lo faccio provare, ma ti escono”, il soggetto è sottointeso.


Mesta come quando neghi la cioccolata al bimbo, il sesso a un uomo, la sigaretta a un fumatore.


Me lo sono provata, e ho riso da sola davanti allo specchio.

Che, dovevo piange’?


Avevi ragione te, faccio alla commessa.

Te lo avevo detto, mi fa lei, le vedo a occhio e le tue si vedono bene 


Ahahah


È andata a finì’ che ho comprato un triangolo della mutua.


Tipo scarpa ortopedica, tipo la calza contenitiva quando soffri di vene varicose, tipo la pancera se ti fanno un intervento addominale. 


C’ho levato le imbottiture, che sono molto peggio delle gale, lei me le ha infilate nella busta comunque, dicendomi: “Fanne dono a chi ne ha più bisogno di te”.


Ahahah


Era necessaria, dico, anche quest’ultima battuta?


Esco con un triangolo a metà e sentendomi la donna cannone.


E fine della storia

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