Il tuo sempre nel mai

Par d’esse’ in Marocco.

Scirocco a mazzi.

Un motociclista e un ciclista che facevano l’amore sul Romito, parlavano del più e del meno, mentre andavano, come fossero al bar.

Una fila di lunghezza non quantificata dall’uscita Livorno centro per tutta la lunghezza del cavalcavia della stazione.

Su un muro, in città, be purple ha scritto che la vita viene tutta insieme. 

Che io non lo so se è vero, sicuramente la morte viene tutta  insieme, o forse no, aveva ragione Neruda, si muore, pure, lentamente.

Lentamente muore, scriveva.

Lentamente, come quando ci mettiamo troppo a cambiare quello che non ci piace e fa essere ogni giorno la fotocopia di un altro, per paura, pigrizia, abitudine o boh.

Una delle più grandi cazzate nella storia delle cazzate è quella che ci incita a vivere ogni giorno come fosse l’ultimo.

Ma perché? 

Ma se mi gira il cazzo, o mi fa male la testa o semplicemente non ho voglia? 

Vivrò ogni giorno come vorrò viverlo e la vita, forse, viene tutta insieme quando anche due ore, o un giorno, ti possono bastare per sempre, quando due ore, o un giorno, sono il tuo sempre nel mai. O forse perché d’improvviso ti accorgi che quella che credi vita, intesa come esistenza, vita non è o lo è a metà. O non lo so.

Chiederò a be purple.

Chi dice che l’estate è la stagione della leggerezza, dei gavettoni e delle magliette bianche, non ha conosciuto me.

Questo è il mio gavettone del giorno, pieno di ghiaia però.

E fine della storia





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