Come un rosone

 Se è vero, e non lo so, credetemi, come diceva Pasolini, che “chi non si è perso non possiede”, devo credere, sforzandomi,  che perdermi, perdersi, nella tristezza di questo momento, possa farci capire quanto abbiamo posseduto, quanto possediamo, in realtà, nella gioia della condivisione, passata, presente e futura. 


Abbiamo posseduto, e possediamo, le tue risate, la tua simpatia, la tua livornesità, le tue parole e i tuoi pensieri, sempre dedicati.


Proprio ieri pomeriggio ho ripensato a quanto mi piacciono i rosoni delle chiese, la bellezza che nasce, sì, per essere bellezza, ma anche dall’assenza della luce, dalla necessità di averne: una bella metafora di vita.


Te sei stato come un rosone, colorato, pieno di luce e bello diomio, bello.


Oggi è più difficile, ma ancora più necessario, credere nella spes contra spem, credere che il Signore “è” con noi, accettare questo.


Sono semplici parole, le mie, ma visto che volevi vendere il mio libro porta a porta quale modo migliore per dirti ciao? 

Leggi intanto il mio blog, e se puoi ridi.


Ciao Francesco, uomo e prete bello, ti penso nella stessa luce di questa fotografia, calda e luminosa.


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