Capodanno al CCS
Ieri sera al CCS non era domenica.
Era martedì, ma sembrava sabato.
Come esse’ a Capodanno (Cit.) ma con 51 gradi, come Natale alle Maldive ma senza prende’ l’aereo, o come dentro un film dei Vanzina, o al carnevale di Rio, ma senza perizomi.
Canzoni a squarciagola in rotonda, movimenti di bacino, giochi musicali, groupies impazzite, tutto il meglio della musica italiana dal dopoguerra ad oggi incorniciato da un cielo di un rosso tra l’arancione e il vermiglio.
Il clima generale era a metà tra Cocktail, senza Tom Cruise che scekera, e il villaggio vacanze anni Sessanta nel quale cui Baby non può essere messa in un angolo.
Vecchi e giovani scalmanati e sudati, generazioni a confronto, come nei campeggi parrocchiali.
Mi pare di aver visto qualche granchio ballare, pure, avvinghiato alle meduse, e muoversi pure le acque, stagnanti da secoli, del gozzo.
È sembra molto bello vedere persone che si divertono, sempre bello quando c’è tanta gente e la musica riempie il cielo, come canta Lorenzo.
È davvero una rivoluzione.
Dio benedica la rotonda del CCS e coloro che sono riusciti a svecchiarla.
E fine della storia
Per i non solvayni mi permetto di specificare che il CCS è il circolo canottieri solvay …
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