IPPESCE

Il mi’ vicino di casa urla da quando si sveglia a quando va a letto.

Stasera va a mangiare IPPESCE, non la pizza eh, IPPESCE. 

L’avrà detto, volevo dire  urlato, dodici volte, a nastro.

So orario e luogo, domani vi saprò dire pure quanto ha speso, al centesimo. 

Ringrazio Dio che non trombi, o trombi poco, o abbia la camera lontana dalle mie orecchie, o gli piaccia il sesso silenzioso e/o sussurrato, anche se faccio fatica a crederlo possibile.


Raccapriccio solo all’idea di un solo gemito.


E fine della storia 

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