Un sabato qualunque, un sabato italiano

Sono le 15.24 di un sabato qualunque, un sabato italiano.

Il Giova è disperso con i suoi amici fino al dopocena. Il mi’ marito è a lavoro, strano, una grande novità, lo preferirei con l’amante, per cambiare un po’. Il cane dorme. La mi’ mamma è giù che guarda canale 5, tra l’altro spero sia rimasta una delle poche in Italia.

Fuori diluvia, io ho fatto il cambio degli armadi e sto pranzando, da sola, sul divano, in maglietta e mutande, con ravioli al vapore e una birra scura che sa di liquirizia, una bontà che vorrei non finisse mai. 

Alla tele, per la ventiduesima volta, la puntata della “Maratona di ballo” de “Una mamma per amica”, una tra le mie tre serie preferite di sempre.

Finalmente Jess e Rory si dicono che sì, si amano, e non è più necessario tentare di prosciugarsi il cuore da quel sentimento, come si fa con l’acqua delle piscine appena l’estate finisce, o metterlo sotto vuoto, come si fa con i piumoni, sennò non entrano nell’armadio. 

Bene.

Se non ce la facessi entro stasera, domani torno adulta.

Per ora lasciatemi alle lacrime e alla mia birra, che i ravioli li ho già finiti, cazzo.

E fine della storia

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