Come un angolo giro
Certe cose sembrano abbracciarti come un angolo giro.
Sono un presepe, una natività, una macchia di speranza.
A costo di sembrare Mariana ne “Anche i ricchi piangono” voglio dire due o tre o sette, ora vedo, cose così piene di zucchero che il mio dentista si struscerà le mani (dell’altro).
Come si fa a stare sopra questo mondo e respirare?
Inspirare forte l’odore degli amici, mettere nella tasca del parka la luce dei loro sguardi, in un ciottolino il suono della loro risata, quando si apre libera e felice.
Abbracciare la mi’ mamma e Nico e i bimbi, così forte che il giorno dopo le braccia mi fanno male.
Mettere nello zaino molti più particolari del mondo che vivo: l’effetto del vento a primavera che, anche se non lo vedi, produce effetti sui nostri corpi che cambiano e si spogliano, la gioia incontenibile del Giova quando fa goal la Juve o impara a suonare una nuova canzone e corre a fartela ascoltare, la normale fatica di tutti i giorni, le vacanze di famiglia, la fortuna di vivere in un Paese libero, ascoltare la pioggia che batte sul tetto e sapere che serve a far nascere qualcosa, la botta di culo di incontrare qualcuno che ti fa ridere, mangiare con le mani, il profumo di una crema nuova, i clacson ai semafori, i ragazzini abbracciati come un panino sugli scooter, bere la birra dalla bottiglia, scorgere nitido il cuore puro di qualcuno tra i tanti abbagli, e riconoscerlo e provare a tenerselo stretto, il primo giorno di mare, l’ultimo esame all’Università, farsi un tatuaggio a quarantanove anni, l’acqua celeste delle piscine, le mani sempre abbronzate del mi marito, l’odore dell’archivio la mattina quando apro la porta, il sapore della menta mischiata al fumo, le piazze che si aprono ariose nelle città, mangiare dolci e carboidrati e bere prosecco come le fie e alzarsi da tavola alle quattro del pomeriggio anche se è martedì, farsi molte più domande possibile anche se le risposte non ce l’hai, leggere, perché la letteratura, molto spesso, qualche demone lo uccide, il ricordo di chi ti ha voluto bene, il profumo del caffè la mattina, il sole di ottobre, il festival di Sanremo, ricordarsi sempre del modo con il quale le persone scelgono di lasciarti andare via, i quaderni ritrovati nelle soffitte, le candeline sulle torte.
E fine della storia
Commenti
Posta un commento
Se volete lasciare il vostro nome quando commentate sarei contenta, altrimenti non so chi siete.