Estathè VS Caffè

A me mi garba l’estathè, alla pesca.

C’è stato un periodo nel quale mi volevo far tatuare il brick da qualche parte sul corpo.

Poi menomale m’è passata. 

Mi garba anche il caffè, parecchio, tanto che la mattina faccio la moka prima di lavarmi la faccia.

C’è un momento, quando arriva il caldo, che l’estathè prende il posto del caffè, da sempre, cioè, da quando sono “adulta”.

Una metafora un po’ grezza per quello che spero mi possa capitare sempre e invece non mi capita mai.

Capire, cioè, quando, anche quello che credevi indelebile, inizia a scolorirsi.

A non avere più lo stesso sapore per te, che se non ti ci va non lo puoi bere per forza, come capita tra caffè e estathè. 

Imparare a lasciare andare quello che continua a piacerti ma che in quel momento non fa per te.

Non sono i sapori che sono sbagliati, sono i momenti ad esserlo, così come non sono sbagliate le persone, ma lo è il nostro modo di assaporarle, cercando in loro non quello che sono, ma quello che speriamo siano.

(Quasi) tutto passa e (quasi) tutto torna.

Le due (opposte) più grandi verità di sempre. 

E fine della storia

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