Quel che resta di un’estate
Quamd’ero una bimba, e poi una ragazzina, ero innamorata persa, dell’amore che a quell’età pensiamo sia amore, ma chissà cos’è, forse anche amore, sì, di P., straniero e biondo, che passava l’estate a casa dei nonni, che abitavano di fronte a casa mia.
Se scomodiamo l’amore a cinquant’anni, perché non possiamo farlo a tredici?
Comunque.
L’estate iniziava e finiva con lui ed era bellissima: bionda come i suoi capelli, lucente come i suoi occhi, calda come le mie guance in fiamme, ogni volta che lo vedevo.
Parafrasando Carucci, P. era una foresta per me, durante quelle estati, e io mi sentivo solo un albero, accanto a lui. come quello delle verdi pinete della nostra Aniene.
Quando P. ripartiva mi svuotavo e mi consolavo scrivendogli lunghe lettere, la sintesi nemmeno da piccina, e attendevo trepidante le sue risposte, che da vero esemplare maschio, seppur in erba, insomma, avete capito.
Un amore per corrispondenza, ma molto dolce e vero, un prodromo di quello che credo sia l’amore ai tempi di whatsapp.
La partenza di P. segnava la fine dell’estate e, con essa, l’inizio di quel sentimento che ancora oggi mi invade tutta alla fine di questa stagione, che più di una stagione è uno stato d’animo.
Oggi ho accompagnato Giova a SoRvé, o come dicono i vecchi, a SoRvè, per un’uscita tra tredicenni. Dovevo fare la spesa ma prima ho fatto un salto al CCS, in solitaria, per godermi questo meraviglioso pomeriggio.
Non l’avessi mai fatto.
Mi s’è appiccicata addosso una tristezza ghiaccia e improvvisa, come quella che ti lascia addosso qualcosa che finisce, una sorta di dolore fisico, pungente, uggioso, fedele, un piccolo forellino nel cuore, che ha un nome e cognome.
Ci sono estati che non torneranno più, estati talmente belle che quando finiscono ti chiedi se quella dopo sarà all’altezza di quella appena trascorsa, estati che ti fanno fiorire, come mai sei fiorita prima, estati che vorresti non finissero mai.
Eppure finiscono.
E con esse tutto quello che sembrava poter essere lungo e non finire mai, come la storia d’amore di Gino Paoli, come le giornate a Luglio, come i miei discorsi.
E fine della storia
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