Il vestito rosso
C’ho un vestito che conservo da quando ho 16 anni.
Rosso, di cotone pesante, con la gonna ampia e una lunga fila di bottoni dietro, dal collo fino alle gambe, che percorre tutta la schiena.
Lo dovessi paragonare a qualcosa lo paragonerei a una caramella, una caramella rossa.
È nella scatola dei vestiti estivi da anni e rimarrà lì per sempre, giusto perché nel cuore non ho modo di farcelo entrare fisicamente.
Lo cucì per me la mi’ zia Flora, proprio come lo volevo, in tutto.
Non lo so, c’è una bellezza allargata nel sapere che mani che ti hanno accarezzato per anni, hanno cucito un pezzo di stoffa adatto al tuo corpo e che quel pezzo di stoffa esiste ancora, rosso e perfetto, come era stato pensato.
In quel vestito il tempo si è fermato, è come un fotogramma di vita e di amore, un punto rosso carminio nel tempo, una prova tangibile di bene.
E fine della storia
Sei riuscita a farmi sentire l’odore delle siepi di pitosforo, vedere il sorriso riservato e accogliente di Mario, i ginocchi perennemente scorticati di Nicola e Nico e provare quella struggente nostalgia che mi ricorda che vado spedita verso i 56 anni! Sei forte, Elena. Scrivi più che puoi. E fine della storia ❤️ P. S. Mi tocca restare anonima, perché non so fare altrimenti (dura dura)
RispondiEliminaMa io so chi sei ❤️
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