Now I've had the time of my life

Cammino nelle strade semi deserte con Mario, la luce della luna, la luce dei lampioni, la luce dalle finestre delle case, sono in maglietta, anche se è una sera fresca, anche un po’ triste per la morte di quel mito della Signora Fletcher e stanca quel che basta per sognare un cuscino, anche duro.

Ai tavoli di fronte a uno dei bar ancora aperti, che tra l’altro fa uno dei miglior gin tonic che abbia bevuto ultimamente, c’è un gruppo di chiassosi ragazzi che ridono e scherzano tra loro.

Ad un certo punto una ragazza si alza, e dopo di lei un ragazzo. Lei spinge lui in maniera complice giù dagli scalini che rialzano la piazza, ridendo.

Allora io prendo la rincorsa, te mi prendi e mi alzi.

Ma non ce la farò mai!

Ma sì, io corro e mi butto, te mi alzi, ce la fai.

(La fiducia, ragazzi, della gioventù. Mario, intanto, annusa tutto il pratino circostante e io sorrido)

Nel frattempo si sono alzati anche tutti gli altri, un gruppo misto di lui&lei.

Mentre la tipa prende la rincorsa e il tipo c’ha una palpabile ansia da prestazione, tutti intonano a gran voce: “ Now I've had the time of my life, I never felt like this before”.

Lei corre, si butta su lui, e lui, ovvio, non la alza.

Finiscono a ridere abbracciati mentre lei lo avvinghia tutto, con braccia e gambe, sembrano perdere l’equilibrio, dondolano, ma restano in piedi, stretti, mentre gli altri sono tornati a farsi i cazzi loro e Mario, finalmente, ha cacato. 

Però che bellezza, dé.

Quella scena lì è nell’immaginario comune dal 1987. Tutte siamo state Baby e tutte abbiamo amato un Johnny, non importa quanti anni abbiamo adesso. Tutte abbiamo sognato qualcuno che ci alzasse come se pesassimo un cazzonulla, a me poi, credo che nessuno mi dedicherà mai “c’è l’amore a cena e tu pesi poco di più della gomma piuma”, forse Tozzi, ma solo se cala di altre tre diottrie.

E che bella metafora di vita sentirsi alleggerite e poter volteggiare in aria grazie a qualcuno, completarsi, riconoscersi e agganciarsi. Leggeri, perché qualcuno divide il peso con te e non te lo raddoppia.

Prendere la rincorsa e buttarsi, fidarsi, come quando si è bambini e la fiducia non è né condizionata né sporcata da nulla, dicevo, prendere la rincorsa e buttarsi, fidarsi, perché c’è qualcuno che ti afferra e in qualche modo si farà.

Vado a letto un po’ più felice, anche se domani è solo mercoledì.

P.s.: controllate che abbia scritto bene in inglese.

E fine della storia



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