Il pomeriggio tardi, io cammino
Da qualche settimana, cammino.
No, non c’è da preoccuparsi. Quando farò Pilates allora sì, ma per ora resto umile, sono la solita Elena di qualche mese fa.
Cammino un’ora, il pomeriggio tardi, sul mare, sola o in compagnia. Con la tuta, le scarpe adatte, i capelli legati, uno zainetto leggero e la mia immancabile bottiglietta d’acqua.
Prima facevo altro ma ora, il pomeriggio tardi, io cammino.
A parte adesso, che scrivo, e dopo che berrò un gin tonic. Comunque via, avete capito.
Ovvio mi forzo. Ovvio che non ho sempre voglia, ovvio che preferirei lamentarmi con le briciole di patatine in mezzo alle puppe sul divano o trovare la scusa del bimbodella cenadellavorodelnonmtempodelcosavipare, tanto ognuno c’ha le sue, ma me lo sono imposto, dopo tanto che ne blateravo, e lo voglio fare.
È diventato quasi un piacere, un po’ come una messa a terra, solo che a terra ci vanno i pensieri, che piano piano si diradano e scaricano in basso invece di bruciarti il cervello, compongono il loro puzzle di merda fuori da te, insomma.
Poi con queste giornate meravigliose tutto è più facile.
Ci sono sere che incontri preciso un tramonto bellissimo e saluti il sole che piano piano cala, scomparendo sotto la linea dell’orizzonte.
Da casa non lo avrei visto. Dall’ufficio non lo avrei visto. Sul Pc non lo avrei visto. Sul telefono non lo avrei visto.
Non vedrei il breve momento esatto in cui succede, non godrei della meravigliosa consapevolezza di essere nel posto giusto al momento giusto.
Che è un po’ la retorica del “godiamo delle piccole cose”, una strapippa, da nausea, lo so da sola, tipo il saluto al sole, ma senza yoga (Oioi).
Però è pur vero che diamo tutto per scontato e che la vita non è una risorsa rinnovabile, almeno se parliamo di tempo, del nostro tempo, e di quello che ci rende o ci renderebbe felici.
La vita è una ed è ora:
“Poiché non sappiamo quando moriremo si è portati a credere che la vita sia un pozzo inesauribile, però tutto accade solo un certo numero di volte, un numero minimo di volte. Quante volte vi ricorderete di un certo pomeriggio? Un pomeriggio che è così profondamente parte di voi che, senza, neanche riuscireste a concepire la vostra vita, forse altre quattro o cinque volte, forse nemmeno. Quante altre volte guarderete levarsi la luna? Forse venti. Eppure, tutto sembra senza limite”.
Un film bellissimo, con un finale bellissimo.
Oggi, che è un giorno così speciale, mi andava di farlo un po’ mio.
E fine della storia
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