Invece no
Credo nel dialogo, nel dialogo a sfinimento, nel dialogo sempre, nel dialogo che boia che coglioni mi fai veni’.
Credo nei vatteloapiglianelculo, quelli meditati, quelli dopo che ho dato mille possibilità, e non quelli tirati al vento come talvolta capita di fare in piena crisi premestruale.
Credo nelle mani, nelle mani calde e nelle mani fredde, in quello che reggono e che spingono e che uniscono.
Credo nella rassicurante sensazione che ho sentito solo seduta sulle ginocchia secche del mi babbo e in quella dei suoi massaggi sulla pancia quando, da bimbetta, mi faceva male.
Credo nella letteratura.
Credo nell’arte.
Credo nella nostalgia.
Credo a chi riesce a rimanere se stesso, correndo dei rischi, anche quello di sembrare redicolo, come dicono a Livorno centro.
Credo al bacio del sole di ottobre.
Credo al tavolo della cucina.
Credo a chi dà un peso alle parole che usa e non se le scorda, o fa finta di farlo, alla prima folata di vento.
Credo alla risata di Giovanni.
Credo nella leggerezza.
Credo nella birra.
Vorrei, tra l’altro, riuscire ad avere la stessa gioia incontenibile e chiassosa che sento davanti a scuola del Giova, quando comunicano che il ventilato sciopero si farà.
Vorrei essere sempre opportuna, come i baci tra il mento e la scollatura.
Vorrei essere sempre aperta ad ogni eventuale possibilità, come il bugiardino nella scatola dell’Aulin.
Vorrei essere sempre in grado di riformare ogni cosa, anche me, roba da far impallidire Pietro Leopoldo.
Invece no.
Ci sono giorni che faccio tuffi carpiati dove il grigio è sempre più grigio.
Giorni nei quali sono pesante come un camion di ghiaia, brutta e inopportuna come le calze color carne, pallosa come il lunedì mattina.
Giorni che m’arrotolo nei discorsi e nei pensieri come un’haribo.
Una volta ho letto che l’amore si può riassumere in questo modo: il desiderio di raccontare le cose soltanto ad una persona.
Ecco, vorrei anche poter arrivare a scrivere, un giorno, concetti così semplici e così veri, da poter essere di ispirazione, un po’ egoriferita, ve lo concedo, ma si fa per parlare.
Per oggi è tutto.
E fine della storia
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