voglio essere una ROMPICOGLIONI.

Durante le mie ferie sono andata via con Giova e Mario.

Il gentilissimo proprietario dell’appartamento che avevamo affittato mi ha lasciato un permesso del suo Comune che mi avrebbe permesso di parcheggiare, senza incorrere in multe, nel centro storico.

Questo valeva per me, che ero ospite, ma pure per le persone che in quel centro storico ci vivono.

Da noi no. Da noi, a Rosignano M.mo, Toscana, Italia, va bene tutto. Tutto bono. Tutto permesso. Tutto. Anche i baci con la lingua tra chi non si conosce. Perché qui siamo tutti amici e tutto è permesso. Ciò che è mio è tuo, anche la libertà dell’inciviltà. 

Qui è normale non poter tornare a casa il sabato alle sette perché sennò non trovi posto. Qui è normale dover parcheggiare a Cecina e poi fare tutta la Variante a piedi perché gli unici parcheggi che esistono sono occupati da gente profumata di doccia, donne coi sandali e uomini in bermuda, che vanno a mangiare lo stoccafisso, o non lo so cosa.

Qui è normale stare fuori di casa dodici ore, per lavoro, e non trovare un posto, uno, per la macchina (se non di fortuna) per poi sentire il campanello suonare la mattina dopo perché la tua macchina intralcia non ho capito cosa e va spostata, dice il vigile, come cantava Salvi.

Perché le quindici macchine che la sera, tutte le sere, che soggiornano in doppia fila o nel posto disabili, accatastate come la legna davanti a una baita, solo perché fa fatica fare due passi in più per andare a bere una birra, ma anche dieci, quello sì, va bene.

Qui è normale fare finta che i residenti non esistano, il fatto è che i residenti esistono: in inverno, così come durante la cazzo di estate.

E io amo stare qui. È casa mia. E io voglio che il paese viva, ma il rispetto va rispettato. Il turista va accompagnato, non fatto arrivare come un unno che segue il profumo della brusta (che poi turista per modo di di’).

I miliardi di miliardi di spermatozoi che hanno visto la gloria hanno dato vita a un sacco di gente.

A quelli che mi chiamano bimba, mentre fossi stata un uomo mi avrebbero chiamato, molto probabilmente, dottore.

A quelli che vanno in bicicletta con quarantasette gradi.

A quelli che mentre mangiano si tolgono le ciabatte e stendono le gambe sulla prima sedia libera che trovano, tanto sono a casa loro.

A quelli che non parlano l’italiano, né lo sanno scrivere, o che non leggono perché non hanno tempo.

Al mio vicino di casa che la mattina alle sei e venti urla già che lo sentono da Montenero.

Agli uomini, che come dice Barbie, possono essere solo Ken, mentre noi possiamo essere tutto quello che vogliamo, e io ho deciso, guarda un po’,  che voglio essere una ROMPICOGLIONI.

Non si tratta di cosa si fa, ma di come lo si fa.

Magari un permesso per parcheggiare ai residenti. Magari un servizio navetta agli avventori delle sagre. O magari metterli a pagamento (per i non residenti) almeno riprendiamo i soldi che non facciamo per le multe che non facciamo a chi parcheggia  male per fare l’aperitivo, gli s’avesse a scalda’ il gin tonic.

Parcheggi riservati ai residenti.

Che cosa esotica!

E fine della storia 



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