Inzuppare il biscottino
Per questa storia userò nomi e luoghi di fantasia, ma come sempre è tutto vero.
Ieri su un gommone, con un’amica e due adolescenti veraci percorrevamo, alla fine di un lungo giro, il fiume Volta.
Ad aspettare l’istruttore e noi altri, sopra il Ponte dell’Angelo, un tipo di età e intelligenza non identificate che ci avrebbe riportato indietro.
Segue un dialogo tra l’istruttore e il sopracitato individuo.
Parte l’istruttore.
“Che fai stasera?”
“Viene la Monica”
“Ah, la palla”
“Eh oh, dovrò inzuppare il biscottino, ogni tanto”
Giuro che quei tre secondi c’ho pensato, ma al quarto non ci sono arrivata.
(Lei lo sa?!)
Ho alzato un pollice e ho detto:
“Complimenti! Un’immagine meravigliosa, degna di un poeta, quanta grazia!”
“Azz, pensavo voi foste straniere!”
“Invece t’è andata male, siamo italiane, speriamo ti vada meglio stasera col biscottino”.
(Mamma! Ma cosa dici?!)
(Lo dico soprattutto perché ci siete voi a bordo)
Uno la chiama “la palla” e poi si giustifica dicendo che è il cognome, certo, e io sono Jennifer Lopez, arriverà Natale e non ci crederò ancora.
L’altro inzuppa il biscottino.
A parte che a chiamarlo biscotto ci vuole del coraggio, al più al più, lui li, tra le gambe, c’ha un tozzo di pane, integrale per giunta, senza strutto di sicuro, come di sicuro non profuma di biscotto.
Sai che gioia.
Guarda, era meglio se dicevi: “Stasera ho voglia di fare l’amore e di portarla a cena dove si può fumare” oppure “Stasera mi fa voglia di trombare” oppure “Oh, dovrò trombare anche io, ogni tanto”oppure “Stasera si trombaaaaa” oppure “Il venerdì è dedicato al sesso” oppure “Stasera ho voglia di godere”oppure andava bene anche nulla, ma “inzuppare il biscottino” no, è illegale, un’immagine, credo, vietata in tutto il mondo, anche in quello non ancora conosciuto.
Nel grande insieme del genere maschile, mi stupisco ancora di trovare così tanti sottoinsiemi:
Quelli che dicono che le donne sono palle.
Quelli che le chiamano fie.
Quelli che inzuppano il biscotto e poi latitano nemmeno li avessimo chiesto un matrimonio cinque figli due cani e l’Ikea due volte a settimana.
Quelli che “Mi fai impazzire” e poi quello che li fa impazzire diventa il tuo più grande difetto.
Quelli che “Me lo dovevi chiedere”.
Quelli che pensano che nel corpo di una donna esistano solo due cose da toccare: le puppe e la passera, boia che noia, svegliami quando hai fatto.
Quelli che “Guarda che culo”
Quelli che “Io, lei, me la tromberei”
Quello che “C’avrà le mestruazioni”
Quelli che “Gli altri decidono per me”
Quelli che non rispondono, perché non hanno tempo e testa, invece noi è risaputo non si fa una sega h/24.
Quelli che il “per sempre” dura il tempo di un’estate.
Quelli che “Scusa”, e il giorno dopo lo rifanno.
Io ne resto, di lui e del biscotto, ma anche di scoprire quanto poco ci siamo evoluti.
Sarò esagerata? Forse si.
Amen.
Sappiate che non sono femminista, io combatto solo il patriarcato.
E fine della storia
Commenti
Posta un commento
Se volete lasciare il vostro nome quando commentate sarei contenta, altrimenti non so chi siete.