Saremo, per sempre
Quattordici anni senza qualcuno sono tanti.
Se quel senza è il tuo babbo quattordici anni ti sembrano un vita fa e per me davvero lo è, una vita fa, per talmente tante cose che faccio fatica pure a contarle.
Quattordici anni senza qualcuno sono tanti, è vero, ma pure i trentasei di presenza fissa e instancabile non scherzano.
Trentasei anni di silenzi, di parole dette piano, di passeggiate, di incoraggiamenti, di ”Elenuccia via, falla un po’ finita”, di “Elenuccia, ma quanto chiacchieri”, di “Elenuccia, cambi discorso ogni tre minuti”.
Trentasei anni che sono stati un regalo, anche solo per il fatto che c’era, sempre e nonostante: stoico e granitico, come certe scogliere in Normandia.
Trentasei anni racchiusi nel mio cuore, miei, nostri, per sempre, incancellabili come il vero amore, che ora riaffiorano in piccole ma grandi cose.
Trentasei anni che come i brillantini che mi spalmo addosso ritrovo dappertutto: in certi sguardi del Giova, nella testa rasata del su’ cugino, nell'ansia passata per diritto di successione alla mi’mamma, nella malinconia che mi abita senza chiedermi il permesso, nei panini al prosciutto crudo che sempre gli dedico, nelle persone che abbraccio strette come facevo con lui, nella camminata di Nico, nelle mie mani lunghe e magre.
Quattordici anni che lo cerco nel vento, nei giorni di mare.
Passano gli anni, ma lui non passa mai.
Sarò per sempre quella ragazzetta che gli dava dei pensieri, seduta sulle sue ginocchia secche.
Sarà per sempre la mia testa bianca preferita.
Saremo, per sempre.
E fine della storia
Commenti
Posta un commento
Se volete lasciare il vostro nome quando commentate sarei contenta, altrimenti non so chi siete.