Non è più il CCS di una volta
Al CCS dal 1938 par d’esse a Maracaibo.
Un torneone di beach volley a squadre con musica giovane rende l’aria felice e rumorosa, oltre a rompere i coglioni, ovvio, complice lo speaker che forse era simpatico l’altro venerdì, oggi no.
Ma si sa, io sono una SDM (socia di merda), una che paga la sua quota sociale sempre in ritardo, ma non inganno il prossimo e uso la mia tessera del parcheggio solo per me, e non per tutte le macchine in coda sulla FI-PI-LI la domenica (e non occupo nemmeno tre ombrelloni alla volta: uno per me, uno per l’havaianas destra e uno per quella sinistra).
Non è più il CCS di una volta.
L’unica cosa che ancora mi consola è la coerenza decennale degli anziani in rotonda, la roccaforte del clima fanè che si respira in questo luogo; le donne coi cappelli di paglia e gli uomini con le fruit arrotolate fino alle puppe, un top fai da te con pance in bella vista, il perché lo ignoro: adoro il fanè, anche se si tratta di uomini, che poi è un modo carino per dire che mi garbano i vecchi, ma qui ci se n’abusa.
Comunque ora è iniziata anche la baby dance, in rotonda, con la tarantella della mozzarella, alé!
Chi dice che al CCS ci si rompe i coglioni è bugiardo.
E anche un po’ ingrato.
E fine della storia
Sempre bravissima e tutto così vero😘
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