L’ America è lontana
In una delle mie canzoni preferite “L’America è lontana, dall’altra parte della luna”.
Sdraiata su un lettino del CCS, godendomi il mio ultimo giorno di ferie e la gioia della prima fila, gioia che solo il lunedì può regalare, almeno qui, mi perdo a pensare cosa c’è di così lontano per me, così lontano da essere dall’altra parte della luna.
E la risposta è che non lo so.
Tutto è vicino e tutto è lontano, contemporaneamente.
È vicina la speranza di giorni migliori, ma anche molto lontana, perché di fatto è lontana la speranza della speranza, non so se mi spiego.
Sono vicini tra loro gli amori impossibili, quelli che è un reato stare insieme, ma lo è pure stare lontani.
Sono lontane le giornate spensierate al mare da sole a sole, con la pelle bruciata, il naso spellato e l’immancabile herpes sul labbro superiore, eppure se chiudo gli occhi mi sembra ieri che eravamo ragazzi intorno alla rotonda, vecchi anche da giovani, ma belli Diomio.
È lontana la risata del mi babbo, sono lontane le zucchine ripiene che faceva la mi mamma, ed è lontano il tavolo rotondo della casa dell’infanzia, di un legno chiaro e delicato come la carezza del maestrale.
In fondo il cuore ha così tanto spazio da contenere non solo il vicino e il lontano, ma pure l’infinito, il “per sempre”.
Perché come sta scritto nel più bel libro di tutti i tempi “ Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un bordelli”.
Il cuore non ha limiti spazio-temporali, ha speranza da vendere, anche se tutto il resto, per te, non ne ha, anche se conosce l’oscurità prima che faccia buio, lui batte e spera e ama ricordando, e ricorda amando.
Esistono gioia e forza più grandi?
E fine della storia
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