Ho un cuore di burro
Ho un cuore di burro. Lo so, ormai è ufficiale.
Un cuore di burro, che è sempre meglio di un cuore in inverno.
Certe cose, certi mattini, certe parole, certi pomeriggi, certi giorni di vacanza, certe risate, certe voci, certi ricordi, certi ritornelli nelle canzoni, certi versi nelle poesie, certi azzurri del mare e del cielo e quello della piscina di Ponteginori, certi giorni d’estate, certi panini al prosciutto crudo, certe fotografie, certe birre, certi nomi risentiti per caso, certe assenze, il verde dei pini che bacia il cielo, lasciano in me un’impronta, come quelle nel burro che ammorbidisco quando faccio la pinolata seguendo la rigorosa ricetta della mi’ nonna Tina.
Un cuore di burro, che ogni tanto penso, ingenuamente, si sia finalmente, non dico cementificato, ma quanto meno solidificato, come fa il burro vero in forno mischiandosi con gli altri ingredienti.
Invece no, basta nulla e capisco che burro del mio cuore non si solidifica mai, mantiene tutte quelle impronte, più o meno profonde, che fanno di me quella che sono, marchi registrati, tra le quali scorrono sentimenti sempreverdi, come fanno i fossi con Livorno.
Anche oggi, allegra domani.
E fine della storia
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