I particolari

Il mi’ babbo aveva una mano bruciata, un incidente con l’acqua bollente da piccolo.

Un particolare che lo rendeva unico, solo suo, che sin da bimbetta mi ha portato ad osservare le mani delle persone, degli uomini soprattuto, che rimangono una delle prime cose, forse la prima, che guardo anche oggi. 

È il particolare che noti sulle prime che poi porta i tuoi occhi all’insieme, all’intero, che può rivelarsi una meraviglia.

Come quando il prof. Ciardi, per l’esame di Storia dell’Arte Moderna, ci obbligava a studiare a menadito le immagini di quaranta classici dell’arte Rizzoli, e poi, in aula buia e calda, dovevi riconoscere un’opera da un solo particolare: un’acconciatura, un piede, un frammento di un abito o di un volto, un fascio di luce che illumina non so cosa.

Che poi è quello che succede in amore.

Ti innamori, spesso, di un particolare; di una voce, di una risata, di un modo di guardarti, di un'attenzione e da lì, poi, capita che ti innamori dell’intero; è il particolare il vero fascio di luce, il varco verso altro.

La capacità di osservare, alla quale ti puoi anche educare,  stimola e accresce la capacità di ricordare, perché osservando nulla ti scivola addosso, ma scava dentro di te e si sedimenta. 

E fine della storia

Commenti

Post più popolari