Montenero

Le città, viste dall’alto sono più nitide, hai la contezza di quanto sono grandi, o più grandi di quanto tu pensassi, o piccole, o più piccole di quanto tu pensassi, o piene di tetti, di auto, di gente che cammina, che vive, che respira. 

Assimigliano a un grande pensiero, di quelli che ti tolgono il sonno, ma che se lo vedi dall’esterno, o da più lontano rispetto a quando ci sei invischiat* dentro, ti sembra quasi di trovare una soluzione, anche se soluzione non c’è. 

C’è chi dice che occorre allontanarsi dalle cose per vedere meglio, non lo so se è vero, so  solo (e lo do per certo) che tuffarcisi dentro ti rende te stess*, anche se il rischio è quello di annegare.

A Montenero, certi giorni di tramontana, il cielo è azzurrissimo e pure il mare, che vedi dall’alto, come tutta la città, appunto, è come essere di fronte a un fotogramma che ti spiega la vita e la sua vera bellezza, e cioè che, anche se restiamo fermi, per indole, paura e convenzione, la bellezza delle cose, e la loro grandezza, relativa certo, ma assoluta per te, ti trova e si piazza davanti a te e dentro di te, talvolta, purtroppo, anche dietro di te.

E a quel punto sono cazzi tuoi.

E fine della storia




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