La notte dei pensieri e degli amori

Tredici anni fa, a quest’ora, facevo una doccia nel bagno dell’ospedale di Cecina, piegata dalle contrazioni.

Tredici anni fa, alla fine della notte che stiamo per trascorrere, spuntavano nel mondo 4.301 Kg di carne e profumo.

Erano le 4.59 del quattro dicembre 2009, fuori pioveva e io mettevo al mondo un bimbo.

Il fatto è che nessuno te lo insegna; nessuno ti insegna né a partorire né tantomeno a camminare per il mondo con il frutto di quel parto, di quelle ore faticose, onnipotenti e indimenticabili.

Il fatto è che in quel momento rinasci anche te: dopo un dolore che ti spacca in due, dopo che hai pensato: “Ora MOIO, cazzo!”, rinasci.

E capisci che ti preoccupi per tante, troppe cose. 

Ti crei ansie che non sono vere ansie. 

Percorri mille e mille e mille strade.

Inciampi e rinciampi.

Studi. 

Sbagli e dopo poco sbagli di nuovo. 

Perdi la testa e il cuore e il sonno per qualcuno. 

Piangi per amore e lo maledici pure quell'amore.

Studi l'arte e la divori, come fai con i panini al prosciutto crudo.

Leggi avidamente.

Pensi di conoscere la bellezza, la gioia, la paura, la responsabilità.

Ti laurei, sudando e vomitando.

Fai il tuo lavoro. 

Riperdi la testa e il cuore e il sonno per qualcuno.

Ti innamori.

Ti sposi accettando un salto nel buio.

Intrecci le tue mani bianche alle mani sempre abbronzate di chi, quel salto, decide di farlo proprio con te, con gioia e la dose giusta di incoscienza. 

Compri una casa, che pur nel casino e nei debiti ti sembra la più bella del mondo intero.

Progetti i tuoi giorni insomma, come fanno in tanti.

Credi che tutte queste cose rendano piena la tua vita. 

Poi, una sera di marzo, vedi le due linee sul test di gravidanza e sai che succederà: qualcuno ti chiamerà mamma e niente sarà più come prima.

I figlioli ti insegnano ad aprire le braccia verso mondi nuovi, sono botte di allegria, talvolta rotture di coglioni, sono vestiti sporchi, pacchi di biscotti vuoti, sensi di colpa costanti, rinunce, briciole sul divano, sono camere in disordine e calzini che puzzano, sono la legenda che indica dov’è casa tua su tutte le carte geografiche, sono il tracciato del tuo  elettrocardiogramma nel mondo, sono note musicali scritte nel cielo rosso tramonto, coriandoli che colorano l’aria a febbraio, sono i ritornelli delle tue canzoni preferite.

Felice notte dei tredici anni ex infantolino del mio cuore, tutta la bellezza del mondo è lì per te, insieme al coraggio per affrontarne la bruttezza, che pure c'è.

Perché lo sai, non ci sarà domani se non come vorrai.

Del tempo che passa…la felicità.

💙

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