E siamo solo a lunedì
Oggi, dopo le quattordici, sull’assolato (o assolata, essendo una strada, chissà) Romito, mi sorpassa uno scooter.
A bordo due ragazzi.
Guida lui.
Lei sta seduta dietro, con una lunga coda che le esce dal casco colorato e un vestitino bianco, che svolazza al vento: sembra uscita da un quadro di Corcos, leggera e lucente.
Gli parla all’orecchio.
Ogni tanto gli infila le mani sotto la maglia, e due o tre volta ha avvicinato la bocca al suo collo.
Lui, con una mano guida e con l’altra, appena può, le accarezza una gamba (non come nel ratto della povera Proserpina ma insomma, avesse potuto…).
“Suonaaaa un’armonicaaaa, mi sembra un organo che vibra per teeeee e per meeee”.
Potrebbe esserci un’eclissi di sole, potrebbero piovere rane, potrebbe esplodere il Sonnino e loro non se ne accorgerebbero.
Boiabene.
Dopo un pezzo di strada accostano sulla destra.
Scenderanno al mare e spero per loro siano soli, sennò gli tocca aspetta’ stasera.
Dopodiché, prima di Quercianella, sulla curva proprio, perché più bel posto non c’è, mi attraversano la strada un branco di scappati di casa che se ci rimanevano, a casa, oh che non s’era tutti più contenti?
Di seguito l’inventario del materiale che si portavano appresso:
N.1 chitarra
N.2 tamburelli
N.1 coppia di maracas (MOIO)
N.1 ombrellone verde fluo
N.1 pastore tedesco
N.1 ghiacciaina cadauno.
Credo, anche, ampie zone non depilate delle femmine del gruppo e, questo è certo, un gusto dubbio nella scelta dei costumi tra i maschi.
Il budello di vostra madre.
Lo dovevano scrivere sui cartelloni questo fine settimana: “contro natura è solo se sei normale e vai al mare sul Romito”.
Erano per davvero meno pericolosi i preliminari in scooter oltre che molto più piacevoli da vedere.
E siamo solo a lunedì.
E fine della storia
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