Anche pochi anni ti cambiano

Ieri, a Ponteginori (poi vi racconterò di questo paese), una ragazza che non vedevo da, credo, oltre 15 anni, mi ha detto: “Te, Elena, comunque, sei sempre uguale”.

Prendo e porto a casa, ma non credo sia vero.

Anche pochi anni ti cambiano.

Si cambia tanto, sia fisicamente sia intimamente.

Ti cambiano molte cose e, tra l’altro, ti cambiano per sempre.

Cose che lavorano su di te come fa l’acqua sulle rocce a Calafuria, modellandoti, erodendoti, dandoti un’altra forma, alla quale non farai in tempo ad abituarti perché altra acqua ti invaderà e te cambierai di nuovo.

Ti cambia la sofferenza, degli altri e tua. 

Ti cambia l’assenza delle persone, alla quale ti adatterai ma non accetterai mai.

Ti cambia l’amore che ricevi, e soprattutto quello che dai.

Ti cambiano i carboidrati, se la sera ne abusi.

Ti cambiano le gentilezze o le attenzioni non ricambiate e i grazie non detti.

Ti cambiano gli sbalzi ormonali.

Ti cambia quello che decidi di fare senza starci a pensare troppo e poi “cazzo perché l’ho fatto! Non lo faccio più” e poi invece cambi idea dopo cinque minuti e lo rifaresti ma meglio di no, sennò ti pigliano per scema.

Ti cambia il peso che dai alle parole, degli altri e tue, e la delusione di comprendere che non sempre è lo stesso, anzi quasi mai.

Ti cambiano i genitori che invecchiano.

Ti cambia la fiducia bambinesca che riponi in qualcuno che da un giorno all’altro decide che no, guarda, s’è scherzato.

Ti cambiano i figlioli, in maniera insindacabile e permanente, come niente aveva fatto prima e mai più niente potrà fare.

Forse il trucco è ripartire ogni volta da quello che siamo diventati, riconoscersi ogni volta, o meglio, riconoscere in quello che siamo diventati quello che eravamo.

Perché, in fondo, siamo come tante uova di cioccolato, impacchettati tutti diversi eppure nella sostanza tutti uguali: creati per dare e ricevere sentimento, nella sua forma più ampia.

È il sentimento la sorpresa che tutti abbiamo dentro.

E fine della storia