Le persone nelle quali c’è troppa me sono, loro stesse, punti interrogativi
Ieri sera, durante la mia camminata giornaliera, ho trovato una cara persona, che ha condiviso un pezzo di strada con me, per caso, anche se il caso non esiste, e abbiamo parlato di molte cose: dei bimbi, dei loro capelli, del Don ❤️, delle fatiche giornaliere, dei carboidrati, della mia macchina nuova.
Ci siamo dette, vista mare, che ci sono persone, come i libri o i film, che sono per noi troppo, nelle quali c’è troppo di te, persone che riescono a far emergere il tuo vero io, persone che è come se possedessero la chiave di una serratura segreta, spesso segreta anche a te stessa, e non sai come riescono ad aprirla e ti entrano dentro come nessuno mai, prima, era riuscito a fare; nel contempo tirano fuori tutto ciò che te, con fatica, tieni a bada, con il sonnifero della quotidianità, e va a finì’ che anche te esci fuori da te stessa, guardandoti con occhi vergini.
Forse è per questo che spesso scegliamo la compagnia di persone comode, o più comode, che non ci costringono a scardinare nulla, che planano leggere sulla nostra vita, senza trasformarla, persone con le quali il rischio emotivo è minimo.
Ma le persone nelle quali c’è troppa me sono la risposta, le uniche che riuscirebbero a farmi mettere un punto dove troppo spesso non riesco a metterne, o forse no, le uniche che mi lascerebbero aperta alle più diverse possibilità, le uniche che mi farebbero, che mi fanno, abusare di punti sì, ma interrogativi.
Le persone nelle quali c’è troppa me sono, loro stesse, punti interrogativi.
Anzi, sono, insieme, la domanda e la risposta.
E fine della storia
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