Ci siamo, forse, persi per strada?

Ieri pomeriggio, in una piazza di Pisa, mentre bevevo un estathè   alla pesca perché al limone sa di medicina e Giova si riposava insieme al suo amico Leonardo, ho assistito a quell’attimo di tenerezza di un giorno qualunque che canta Bianconi.


Una piazza rotonda, con un abbraccio di panchine tutte intorno.

Verdi alberi, code di cani a passeggio, piccoli tavoli sulle strada che la costeggia, tazzine di caffè portate alla bocca, un timido sole e gli uccellini che cantano:  freddo bestia, ma è primavera, accettiamolo.


Accanto a noi una coppia straniera che mangia, davanti a noi una coppia di diciassettenni, ad occhio e croce, che si baciano ad libitum con le mani e le gambe intrecciate.


Boh.


Io credo che ci siamo persi per strada.


Io credo che dovremmo sempre vivere come quando abbiamo diciassette anni.


Certo, lo so, non è sempre possibile, anzi, è quasi sempre impossibile.


Credo però che dovremmo ricercare dentro di noi quell’attitudine lì, quella che ci fa stare nel mondo, che per definizione è pieno di gente ed è di tutti, pensando, però, di essere soli e che tutto il vedibile non sia di nessun altro se non nostro, mentre ci lasciamo andare ad un’emozione, che è dettata dall’urgenza di stare bene, qui e ora.


Dovremmo vivere sempre appiccicati a quello che ci fa stare bene, che sia un bacio o un pretesto per ridere, e non aspettare di essere sul divano di casa, di finire di scrivere una mail, di aver riposto la spesa in frigo, di aver fritto le patatine.


Niente è per sempre, ma ci sono attimi che odorano di eterno, e quell’eterno può durare anche un minuto, anche il tempo di due bocche che si mangiano, due lingue che si cercano, due mani che si intrecciano, due gambe che non si capisce più dov’la tua e dov’la mia, in una piazza piena di gente.


Come canta il mio agricoltore preferito:  “Ci vuole molto coraggio per reggere il giorno e sopportare la notte.

Ci vuole molto coraggio

per fermarsi un attimo nuotare nel profondo”.


Ma ci si può fare, lasciando che quello che ti piace e ti far star bene ti tolga la pelle di dosso, e ti mandi in giro nudo, senza scudi, senza corteccia, senza scuse.


Sentire e vivere tutto in maniera fluorescente.


E fine della storia


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