Le ferie di giugno
Quando ero una bimbetta il mi’ babbo a giugno prendeva le ferie e s’andava tutti al mare.
A giornate intere.
Pranzi in pineta, bagni fino a che non diventavi vizzo, il sapore di crema che si mischiava a quello del pane e pomodoro.
La sera, poi, si cenava fuori, sul grande terrazzo dell’Aniene.
Che tempi incredibili, indelebili, tatuati a colori da qualche parte dentro di me.
Se chiudo gli occhi sono lì.
Una parte di me è ancora lì, piena di baci salati, di pane unto, di sole caldo, con le gambe che ciondolano sotto un grande tavolo di un grande terrazzo.
C’è sempre Mario, la Giovanna ha ancora 35 anni e Nico e io si ride di continuo fino a che non ci fanno un urlo che ci spettina.
Ripensarci è come fare un viaggio, uno di quelli che ti riportano verso casa dopo molto tempo.
Tutte quelle cose lì me le tengo strette addosso, con una paura fottuta di perderle, perché senza tutte quelle cose lì mica lo so se io sarei proprio io.
E fine della storia
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