Qui si rasenta il folklore
Giuseppe, caro.
Quando torni a casa bisogna fare un discorsetto.
Qui si rasenta il folklore.
A partire dall'informazione nazionale che, te ne sei accorto sì, s’avvicina a Pomeriggio 5? Una roba da vomito, raccapricciante, da vergognaSSi.
M’è toccato esultare sul servizio che parlava dei 72 anni di Carlo, l’eterno erede al trono, della sua tormentante love story con Camilla ecc ecc ecc.
No, via, torniamo seri.
Dall'arancione al rosso più velocemente del semaforo in via Zola, che credimi ce ne vOle.
Comunque.
Domani indosso un abito rosso e vengo a Roma.
Si metta agli atti che, per te, varcherò un notevole quantitativo di comuni, sfidando pure i confini regionali.
Passionale e temeraria, boia.
Penso che barrerò la casella della comprovata necessità.
Quando arrivo mi guardi fissa, con quegli occhi azzurro mare, come solo tu sai e se il mio abito da rosso diventa verde avrò la contezza di quanto tu, Giuseppe caro, puoi fare: per me, per noi,
per il nostro Paese.
Il mio mago.
Il mio eroe.
Il mio San Giuseppe.
Ti ricordo, pure, a proposito di rosso, che siamo vicini al Natale e a Natale siamo tutti più buoni e non si dicono le bugie.
Quindi dillo, Giuseppe caro, dillo: rinchiusi si vince.
Non uniti, R I N C H I U S I.
Vado a letto arrabbiata.
Fai te.
E.
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