Bella topa
Oggi alle tre, in via Grande, mentre mangiavo un panino fritto, che poi, sennò, come faccio a lamentarmi che non mi si chiudono i pantaloni, ragionavo sul fatto che è proprio vero che il cuore si rompe, si spacca, si divide una volta sola, tutto il resto sono graffi, ammaccature, che per la maggior parte delle volte ti procuri da sola per autocombustione, fessure nelle quali entra la paranoia e tutto ciò che fa male in primo luogo a te, e poi al resto del mondo.
Nel frattempo un vecchio vicino a me ha detto a voce alta: “Bella topa!”, rivolto al culo di una ragazza che stava passando, rischiando gli si incrinasse il collo.
Bella topa.
Rivolto a un culo.
E nulla, l’avrei vergato.
Vedi, a volte, le percezioni sulle priorità dell’animo umano: meglio una bella topa oggi o un pensiero (rupestre) in più domani?
Ci meritiamo l’estinzione.
Cioè, loro, i maschi, si meritano l’estinzione.
Inutili, disattenti approssimativi e inopportuni.
Meno utili di certi insetti.
E fine della storia.
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