A volte uno si sente incompleto, invece è solo un essere umano
Stasera, al teatro Solvay, una grande festa di musica e ragazzi.
Qualcuno ha detto: “A volte uno si sente incompleto, invece è solo giovane”.
Io, però, credo che non sia del tutto vero; cioè, possiamo essere giovani e incompleti o giovani, ma pieni e felici, perché da giovane mica te lo chiedi se sei incompleto o no, da giovane sei, o almeno io ero, senza tante domande, un po’ come la Rosanna di Nino Bonocore, vivevo fuori da ogni domani.
Poi, invece e per fortuna, il domani arriva, ed è proprio nel domani che inizi a sentirti incompleto.
Perché nel domani mentre costruisci, sai che tutto potrebbe non stare più insieme da un momento all’altro.
L’interezza dell’adulto, spesso, non è fatta di sogni, ma di concretezza e sentimento sedimentato, e il concreto, così come il sentimento, può sfumare, sparire, frantumarsi, schiantarsi, senza lasciare posto ad altro, o al nuovo.
Ma quanti di noi possono dirsi interi?
Ci manca sempre qualcosa.
Ci mancano coraggio, sogni, appunto, genitori, amici, tempo, fantasia, attenzioni, a molti gentilezza, data e ricevuta, ci manca il passato, e quindi la gioventù, un paio di pantaloni che ti stiano bene al culo, a me anche due, in realtà a me anche il culo, ma vabbè, occasioni, a tanti sincerità di verbo e di cuore, quindici anni di rate del mutuo.
Senza nulla togliere a Calvino, che per me è sempre stato un faro nella buia notte della mia ignoranza, io direi: “ A volte uno si sente incompleto (inadatto, insicuro, fuori luogo, sbagliato) invece è solo un essere umano”.
È fine della storia.
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