Un tiramisù in due
Ieri sera ero a cena con due mie amiche. Al tavolo vicino a noi c’era una coppia che ho intuito raccontarsi la vita. Non erano ragazzi, nemmeno dei vecchi, ma avete capito.
Alla fine hanno mangiato un tiramisù in due. Un dolce e due cucchiaini, e non credo che il tiramisù fosse finito, o almeno non lo crede la parte romantica di me, quella che esalta il sentimento come fosse pane per gli affamati, che se mi ghiacciassi un po’ ne guadagnerei di salute, quella mentale soprattuto.
Comunque, avete voglia di dire, la persona giusta non esiste, esistono momenti giusti, brevi istanti, anche lunghi mesi o anni, durante i quali ti poni domande e dai risposte che non avevi mai avuto il coraggio e l’opportunità di dare, che questo accada sui sedili di una macchina, davanti a un tiramisù, guardando il mare, il cielo, un muro, la vetrina di Zara o durante una telefonata, rimane un miracolo.
Perché, in fondo e per davvero, non puoi dare un bacio sulla bocca, senza riempirti di interrogativi.
Madonna se è vero, non puoi.
E fine della storia.
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