Bastasse un riopan
Bastasse un riopan.
A buttare giù i giorni tristi, il ricordo di quelli felici, che rendono i giorni tristi ancora più tristi, le arrabbiature, la fatica, il disordine nei pensieri, l’ansia, le preoccupazioni, il malumore, i clacson nell’orecchi, il traffico, il sapore dei baci che non torneranno.
Bastasse un riopan.
A buttare giù la desolazione, la disattenzione, la rabbia, la presunzione, la cattiveria, le intemperie nel cuore, l’aridità, la paura, le persone approssimative, la maleducazione, la rassegnazione, gli otto litri di malinconia quotidiana, gli amori finiti, mai iniziati, sognati, o solo sperati.
Bastasse un riopan.
A buttare giù i pezzi di noi che non vanno avanti, che non progrediscono, o che sono di troppo, pleonastici e involuti, e ci inchiodano dove non vorremmo, e dovremmo, più stare.
Bastasse un riopan.
E fine della storia.
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