Amarsi dura più di un giorno

Stamani molto presto, tanto non dormo, alla fine del cavalcavia della stazione, dopo la macchia di verde Liberty delle Acque della Salute, una meraviglia che finalmente sta riaffiorando, c’erano due macchine, accostate, con le quattro frecce.

Fosse stato lunedì avrei infamato i proprietari mentalmente, ma pesantemente.

Invece  siccome era venerdì, e i venerdì dovrebbero piovere dal cielo, insieme a banconote da cento euro e bustine di riopan dopo il prosecco, l’ho presa bene.

Il bene si è trasformato in benissimo quando ho visto che erano due anziani, maschio lui femmina lei, che si stavano salutando, ma non con “Oh, vieni, dammi un cinque”, bensì con un bacio sulla bocca, a stampo, entrambi incerti e teneri.

Madonna mia, la fiducia nell’umanità ha preso mille punti.

Forse ha per davvero ragione Fossati, che ce ne importa del mondo? Verremo perdonati da un bacio sulla bocca, un giorno o l’altro.

Uno davanti all’altro, senza che null’altro sia esistito, nel mondo e tra noi, e un bacio sulla bocca a cancellare tutto il resto, un patto di bene, un trattato di pace, un armistizio.

Amarsi, davvero, dura più di un giorno. Amarsi è un continuo salutarsi e aspettarsi.

In Venezia Be Purple ha scritto: “Ti aspetto finché fa buio, poi dormo”.

Forse per davvero il segreto per non far scendere il buio è baciarsi, e baciarsi ancora, senza smettere mai, tipo un allenamento per la nostra voglia di vivere.

Baciarsi tiene accesa la luce, e la voglia di aspettarsi. 

Questa è la teoria.

E fine della storia