E ogni tanto capita che ci accarezziamo con le parole

Qualche mattina fa, in città, una persona alla quale sono molto affezionata e verso la quale nutro grande stima e grande rispetto da quando, più o meno, ero una bimba e lei, pure, una bimba un po’ più grande, mi ha presentato ad una sua collega dicendo: “Lei è Elena ed è, assolutamente, una scrittrice”.
Diciamo che sono una che fissa i pensieri e che trasforma i sentimenti in parole, bene o male, questo non lo so.
(Anche se i sentimenti andrebbero trasformati in carezze, tante e lente)

Quella stessa mattina, appena sveglia, trovo un messaggio whatsapp arrivato nella notte, da un altro continente, nel quale una cara persona mi chiede se va tutto bene, perché senza i miei scritti, quasi quotidiani, si preoccupa.
Un bel pensiero che va a braccetto con una bella sensibilità.

La sera di quella stessa mattina, alla Coop sei tu, vicino ai panificati, miei grandi amori da sempre, una  ragazza che lavora lì mi ferma e mi fa: “Sei troppo brava, non posso fare a meno di leggerti quando vedo che hai scritto”.
Cosa devi rispondere se non “Grazie”? che è una piccola parola ma, se sincera, racchiude il tutto.

Tra l’altro, l’ultima persona, quella della Coop sei tu, mi ha detto, sorridendo sinceramente, che presta una particolare attenzione quando scrivo di Ponteginori, e insomma, parlando, scopro che conosce benissimo la persona del messaggio whatsapp di cui sopra.

Io credo, da sempre, e ne ho continuamente le prove, che il caso non esista, ed è forse vero, e non un caso, quindi, che abbia ricevuto  tre incitamenti alla scrittura nella stessa giornata, in un momento nel quale mi manca non il tempo (quello per le cose a cui teniamo lo troviamo sempre e chi dice di no temo menta), ma l’energia giusta per farlo, non ho la vivacità che di solito abita la mia testa che invece è fitta di pensieri, di dubbi che si autoalimentano e di poco spazio per il sorriso o, esageriamo, la risata mentale.

Una volta ho letto che solo tre categorie di persone sanno davvero come ti senti, e cioè le amiche speciali, le mamme, e i grandi amori (io direi non i grandi, ma i veri amori).

Invece, forse, la vicinanza può arrivare da dove non ti aspetti che arrivi, senza volerlo, perché, in fin dei conti, sotto la curva del cielo, siamo un infinito noi, e come tanti fiumi ci scivoliamo gli uni accanto agli altri.

E ogni tanto, se Dio vuole, capita che ci accarezziamo con le parole.

Il mio grazie va a chi si riconosce in questo “e fine della storia”.




Commenti

Post più popolari