Ma che fai, te la tiri?
Giuseppe, caro.
Parliamoci chiaro.
T’ho difeso, amato, elogiato e glorificato, sognato di notte e bramato di giorno.
Ma che fai, te la tiri?
Apparire in pubblico stasera era il minimo.
È giugno, ci si spoglia, la pelle si colora, ci sentiamo tutti più belli e pronti alla la vita che ci aspetta e siamo, al contempo, pieni a tappo di paure.
T’avrei accettato anche in jeans e maglietta, affaticato per i lavori in giardino, sudato dopo la corsetta serale.
T’avrei ascoltato parlare di rischi, di aperture, di responsabilità.
E t’avrei ri-difeso, ri-amato, ri-elogiato e ri-glorificato, anche se in pieno disaccordo, continuando a sognarti di notte e bramarti di giorno.
Sarai per sempre il mio finale romantico, il mio eroe ottocentesco, il mio Mr. Darcy.
Però palesati.
E.
Commenti
Posta un commento
Se volete lasciare il vostro nome quando commentate sarei contenta, altrimenti non so chi siete.