Rinuncerei ai ricordi solo se rinunciarci mi facesse dimagrire

Io mi tengo stretto anche tutto ciò che mi converrebbe dimenticare. 

Che poi dimenticare non è così facile, a condizione normale.

Io li trasudo i ricordi, li sgocciolo, i ricordi, come i costumi che il fiorentino accanto a me stende al filo le sere d’estate sgocciolano acqua. li snocciolo dentro di me, in loop, come la mi’ zia Flora faceva coi grani del Rosario. 

Cosa saremmo senza il solco dei ricordi? Senza il sentiero silenzioso che scavano dentro di noi? Siamo tutti delle incubatrici di ricordi, come il mare, che lo sapete per me è femmina. 

Sono nascosti in un profumo, nei versi di una canzone, in una conversazione sul telefono che  non riesci a cancellare, in una maglietta che non credevi di aver conservato, nella sabbia dell’estate rimasta sotto i tappetini della Panda (per chi come me non lava la macchina, che tanto si risporca), nei pochi bagliori attenti degli occhi della mia mamma, nei vecchi quaderni di Giova, in certi sapori, nell’odore, colorato di verde nella mia fantasia, della primavera che arriva, negli uccellini che cantano, anche se fa ancora freddo, in una fotografia nella quale sorrido senza che mi si aprano a ventaglio 456 rughe intorno agli occhi, negli appunti presi su un libro di arte, ormai decenni fa. 

I ricordi sono porte senza persiane, zaini pieni, valigie pronte ad essere riaperte, una minestra calda sul tavolo di cucina, un pezzo di pane da addentare, una scialuppa di salvataggio.

Rinunciare ai ricordi farebbe spazio a un vuoto, che diventerebbe esso stesso un ricordo:  evocatore, annunciatore o sentinella di qualcosa e che invece di alleggerirti peserebbe come un macigno. 

Rinuncerei ai ricordi solo se rinunciarci mi facesse dimagrire. 

Ma ad oggi non ci sono né evidenze scientifiche né letteratura al riguardo.

Quindi me li tengo. 

E fine della storia.

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