Come musica d’estate
I giorni che al rientro da lavoro prendo l’extraurbano scolastico vedo un allegro via vai in via Grande, un sali e scendi dagli autobus e folle di ragazzi che si salutano e si dicono cose fitte fitte, anche mentre le porte del mezzo si stanno chiudendo.
Come se poi non si scrivessero un messaggio tre secondi dopo, o non si vedessero l’indomani, o lo stesso pomeriggio, come se l’urgenza di dirsi quella cosa non conoscesse altro tempo se non quell’attimo, tanto che qualcuno la urla anche a porte chiuse, che la sente solo il mio timpano.
Io un po’ li capisco, il voler dire è un’apertura verso il mondo e se ti apri al mondo il mondo si aprirà a te.
Come dico sempre al Giova: “Apriti al mondo e il mondo si aprirà a te”.
E, il mondo, talvolta può essere composto anche da una sola persona; un genitore, due, il tuo miglior amico o il tuo più grande amore, e non importa quante porte scorrevoli ti si parano davanti, figurate o reali, quella cosa, gliela vuoi dire e gliela dici.
Ho sempre pensato che dire, parlare, potesse servire a chiarire le cose, che curasse i vuoti che da sola non riesco a colmare, che se non la dico, quella cosa, l’altra persona mica la sa.
Ma non è vero.
Mese dopo mese, ho imparato a dire sempre meno, perché quello che dici è solo il tuo punto di vista, e vale uno.
U
N
O
Essere un disco rotto fa male agli altri e fa male a te, smettere di dire può, talvolta, servire a smettere di stare male, di fare male e, soprattuto, non permettere agli altri di farti ancora male; perché anche se Tozzi cantava che gli altri siamo noi non è vero un cazzonulla: gli altri sono gli altri e noi siamo noi.
Ognuno bello a suo modo, ma magari non belli insieme.
L’unica cosa che ancora non smetto di dire è “Ti voglio bene. Non te lo scordare, eh?!” alla mi’ mamma, ogni volta che la saluto.
Lei in questo breve frangente è sempre sul pezzo e risponde pronta: “Anch’io”, e di solito ride, ma anche non lo facesse io mica smetterei di dirlo, in questo caso.
E anche non lo dicessi, e/o lei non rispondesse, e/o se lo dimenticasse, quel bene c’è stato e continua ad esserci, cammina nel mondo e si spande tutt’intorno, come musica d’estate.
E fine della storia.
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