Mario compie dieci anni
A cosa serve la scrittura?
Ci pensavo sull’autobus stamani, mentre a Livorno la pioggia rendeva tutto grigio e un po’ più triste, ma forse anche no.
Non dico che sono una scrittrice, dico che sono una che scrive tanto, e la maggior delle volte pure troppo, fuori dai margini, anche dai miei, da quelli che ad un certo punto non richiappo più.
Però, ecco, scrivere ti mantiene ancorata alle cose. Ti fa tenere strette quelle che hai perso, e anche se il ricordo talvolta trasfigura la realtà, scrivere di ciò che sai e ricordi ti mantiene stretto a quello.
È un male o un bene, chi può dirlo?
Scrivere ti fa tenere stretto quello che hai perso, ricordare quello che hai vissuto, descrivere ciò che ti circonda e ciò che è dentro di te.
Ma, alla fine, puoi scrivere o dire ciò che vuoi, ma tutta la filosofia del mondo non riuscirà a impedirti né di desiderare chi o cosa non dovresti, né a non far del male a chi non vorresti, né a fargli del bene, né a sbagliare, né al libeccio di soffiare, o alla pioggia di cadere.
Lo voglio di’, la filosofia è sopravvalutata (si scherza, eh!)
Per intanto è il 17 ottobre.
Mario compie dieci anni incartati nel pelo e nella prepotenza.
Io dico al mi’ figliolo: “Grazie, amore” e lui mi risponde: “Prego, botta”.
Fuori ci sono 45 gradi e un temporale rumorosissimo.
Però domani è venerdì.
E fine della storia.
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