Avere paura è molto peggio
Pensavo di abbandonare il blog, ma vedo che piano piano sono tornata ad osservare.
Vediamo.
Ho preso a fittone il 102 direzione Cecina, quello delle 17.30, che per fortuna era in ritardo.
In piazza Mazzini è salita una ragazza che aveva appena salutato a terra il suo ragazzo, con un lieve e veloce bacio sulla bocca.
Si è seduta poggiando lo zaino di scuola sul sedile accanto al suo; nel frattempo lui, da giù, ha aspettato che lei gli volgesse lo sguardo e ne ha approfittato per mandarle un altro bacio con la mano.
Due ragazzini, così bellini e morbidi e dolci che li avrei mangiati.
Chissà quante bocche dovranno baciare dopo le loro prima di sentirsi a casa, chissà, se invece, quelle labbra attraverseranno gli anni senza stancarsi le une delle altre.
Chissà se uno dei due sarà così emotivamente dipendente dall’altro da non poter pensare ad una vita senza di lui o lei, e chissà se, quella dipendenza emotiva, genererà una fiducia così forte ed incondizionata da credere che, sempre uno dei due, non potrebbe mai spezzare il cuore dell’altro.
Perché il cuore spezzato ce lo abbiamo avuto tutti, e un cuore spezzato è tale ad ogni età.
Ma come scrive il più grande russo di tutti i tempi dovremmo avere tutti un cuore grande e un po’ meno paura.
Perché, se è vero che un cuore spezzato non è solo un modo figurato per descrivere una situazione nella quale nuoti nella merda, ma un dolore vero e a volte inconsolabile, avere paura è molto peggio.
E fine della storia.
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