Morbido e caldo
A Livorno ripavimentano via Grande. Mi sembra bella e luminosa, degna del sole che questa città si porta dentro.
Un pezzo alla volta cambia aspetto: sta diventando nuova senza però snaturarsi.
In fondo, se è cosa ormai accertata e accettata, che il cambiamento è l’unica costante della vita, chissà se è possibile anche per le persone, per voi, per me, cambiare senza snaturarsi, snaturarvi, snaturarmi.
Cambiare mantenendo intatto il nostro nucleo originario, la nostra parte più morbida e calda, come il cuore di cioccolato dei flan, quella che, strato dopo strato, abbiamo nascosto, e a volte dimenticato, insieme al sogno di chi avremmo voluto essere, quella che, se esistessero archeologici dell’anima, riuscirebbero a riportare alla luce.
Quindi, forse, è possibile continuare ad amare qualcuno anche se non lo riconosci più, perché il suo nucleo originario, morbido e caldo, è ancora lì, nascosto dalle paure, o dalle difese, o dalle chiusure, o dalla malattia.
E forse è possibile anche continuare ad amare noi stessi, anche se a volte non siamo come vorremmo essere, e non siamo stati come ci hanno educato ad essere, anche se ci sentiamo rotti mentre contiamo i pezzi che abbiamo perso per strada o sporchi per aver fatto del male agli altri e colpevoli di aver rotto cose che chissà se mai riaggiusteremo.
Penso che a volte non siano l’amore che sventoliamo senza averne la contezza o le mille parole e promesse che sprechiamo per farci credere speciali a contare, ma la verità che si cela dietro a quell’amore, e quella verità è custodita nel nostro nucleo originario, morbido e caldo.
Siamo tutti interrotti da qualcosa che ci ha ferito, fatto male, affondato, deluso, lasciato o proprio abbandonato, o affaticato.
Ci interrompiamo vero, rimanendo sospesi, per poi ripartire, cambiati, ma non snaturati, certi del nostro cuore morbido e caldo, nel quale custodiamo ancora tutto quello che davvero conta e ha contato.
E fine della storia.
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