La gonna di paillettes

L’altro giorno, tra le tante (forse troppe) cazzate che scrivo, ho raccontato  dei miei spiragli di luce di quella settimana, tra i quali la gonna di paillettes arrivata, come una stella cometa, al portone di casa.

Una persona mi ha scritto su whatsapp, poco dopo, lei sa chi è, aggiungendo uno spiraglio di luce, suo, in un periodo che è tutt’altro che luminoso.

Mi sono sentita stupida e inopportuna, e gliel’ho anche detto, fuori luogo, a scrivere cose così leggere, come se la “pesantezza” del mondo e delle persone non mi appartenesse.

Mi è stato risposto che “Seeeeiiiiiii, ma scherzi?! Falla subito finita, la vita sta proprio lì, è tutta lì, tra le pieghe di una gonna.

E forse è proprio vero, come canta Brunori, che “Vivere è come volare, ci si può riuscire soltanto poggiando su cose leggere”.

Una gonna nuova, il sorriso di un amico, un messaggio improvviso e inaspettato.

Un tipo che conosco, che scrive e canta cose bellissime, molte delle quali vorrei saperle scrivere io, in una sua canzone,”La fine di un anno terribile”, che occupa un posto d’onore in una delle mie playlist su Deezer, e nel mio cuore, dice che “la fine di un anno terribile può cominciare solo con il sole, e un dito sopra il vetro che cancella piano piano le paure”.

La fine di un anno terribile, ma anche di una settimana, di un giorno, di un mese, di un’ora, di un periodo, terribile, può cominciare solo quando decidi di dare più spazio al sole, anche se ti devi sforzare per farlo, quando decidi di indossare una gonna di paillettes, anche se non è Capodanno, quando capisci che, come ho letto da qualche parte, il vero spreco, nella vita, è riversarsi in chi non può contenerci, siano persone o situazioni, quando decidi di essere quel dito che cancella piano piano le paure, verso un futuro che è, per davvero, un’ipotesi. 

Più gonne per tutti.

E fine della storia 

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