Forse siamo tutti sostituibili

Dove vanno a finire i chilometri di pensieri e di parole che due essere umani si scambiano e si dedicano. 

Dove si sedimentano. Dove trovano casa.

In cosa si trasformano, se si trasformano.

A cosa sono serviti.

Che frutti hanno dato, nella vita oltre loro, dopo di loro. 

Dove finiscono le persone.

Dove finisce o dove si nasconde il bene che dicevano di volerti e che sentivi tutto e solo vostro. 

Dove finiscono, quindi, le amicizie. E gli amori. E le storie d’amore. E quelle nelle quali è solo la storia a finire, ma non l’amore.

È vero, poi, sopra tutto, che un vero sentimento di qualsiasi genere, amicizia amore famiglia, rimane immutato nel tempo anche se non si sfiora mai? Anche se non coltivato? Forse è tutto molto più semplice e meno speciale di quanto ho sempre creduto e sostenuto.

Forse siamo tutti sostituibili, come le lampadine. Dimenticabili, come le chiavi di casa. Cancellabili, come un numero in rubrica. Interscambiabili, come i binari di un treno. Rimandabili, come una riunione. Ricacciati al mittente, come un pacco Amazon. Sfilacciati, come un vecchio braccialetto che non è più il caso di indossare. Destinati ad essere ricoperti di polvere, come le mensole in casa mia. Scordati in fondo ad cassetto, come una maglietta nera o un vecchio vinile, o come lo sarebbero stati regali promessi e mai ricevuti, come le notizie al telegiornale, come il vincitore di Sanremo dell’anno prima. 

Tutto deve essere più semplice rispetto a come le vedo io, la vita e le sue relazioni, di sicuro, perché non fosse così imploderemmo per l’infelicita, nel corpo e nello spirito.

E fine della storia


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