Dolcetto o scherzetto?

Giuseppe, caro.

Boia.

È sabato e mi tocca bere una birra sul divano col cane che mi porta un paio di calzini ciucciati ogni due secondi.

Ma va bene, eh!

Uniti ce la faremo, siamo un grande Paese e il tuo ristoro il popolo ristorerà, trallallero trallallà.

Non si può andare al cinema, a teatro, a cena fuori, al bar.

Non si invitano più gli amici in casa, guardiamo tutti con sospetto, diamo un colpo di tosse e abbiamo ricamata sul petto la U di untore per le prossime tre generazioni.

Ma va bene, eh!

Uniti ce la faremo, siamo un grande Paese e il tuo ristoro il popolo ristorerà, trallallero trallallà.

Ognuno fa la sua parte.

Ma te, Giuseppe caro, fai anche troppo, lasciatelo dire, ma di questo se ne riparla a casa, appena ti palesi, non voglio discutere in Facebook visione, non è elegante.

I bimbi vanno a scuola per fortuna, almeno in quella cerca di tenermi botta, sdraiami la Azzo su un tavolo e baciala, se necessario, ma resistiamo.

Ascolta me.

Per stasera avrei pensato di organizzarmi così.

Te arrivi vestito da Conte (ahahah) Dracula, tanto nel dissanguamento sei un campione, suoni, io mi affaccio e te mi fai: dolcetto o scherzetto?

Io nel frattempo mi sono vestita da meringa.

Dolcetto, Giuseppe caro, dolcetto.

Tanto gli scherzi ce li fai già te.

Ma va bene, eh!

Uniti ce la faremo, siamo un grande Paese e il tuo ristoro il popolo ristorerà, trallallero trallallà.

Ti aspetto.

E.


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