Mentre fuori pioveva

Sotto il diluvio universale, sono andata in Coop e ho parcheggiato la Panda accanto ad un camper con targa straniera. 

Mentre scendevo, incappucciata e con due borse in mano, che per una volta mi sono ricordata, ho scorto dai finestrini del camper un gruppetto di ragazzi parlare sorridenti.

Una sorta di bolla, una casa, ma mobile, un porto sicuro, una soffitta nella quale nascondersi, un micro mondo tutto per loro: la pioggia cadeva, ma loro sembravano essere impermeabili ad essa e al mondo fuori. 

Mi sono ricordata di quando il sabato notte, da ragazza, giravo la chiave nella toppa di casa e venivo invasa dall’odore del ragù che la mi’ mamma aveva preparato per il giorno dopo, se non s’andava da nonna Tina. 

Mi stava invadendo un odore, ma in realtà era la mia idea di casa ad avvolgermi, un luogo emotivo che mi riparava da tutto.

Ci sono momenti che, da soli, rivelano una verità. Momenti che sono come un cuore che batte dentro un altro cuore. Momenti che sono come un fiore rosso in un mazzo di fiori bianchi, oppure come un fiore bianco in un mazzo di fiori rossi. Momenti così speciali da essere, nello stesso istante, tempo e spazio e dentro al tempo e allo spazio, necessità. 

Momenti che quando li vivi sai già che diventeranno ricordi, di quelli che quando ci ripensi sorridi, di quelli che “Ma ti ricordi quella volta, sul camper mentre fuori pioveva?”

E comunque, quando sono tornata alla macchina, uno della banda stava risalendo sul camper con una busta della gastronomia Coop e della schiacciata.

Io stasera, invece, serata tonno.

Al naturale.

E fine della storia. 


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