La ruga del cruccio

Chissà se il cuore ha un recto e un tergo, come i documenti, o un davanti e un dietro, come le magliette, o un prima e un dopo, come le file al banco del pane della Coop.

Chissà se visti da dietro siamo tutti più schermati, più enigmatici, più misteriosi o meno leggibili, meno decifrabili, meno traducibili. 

Eppure i baci dietro il collo li senti tanto quanto quelli sulla bocca.

Eppure nello stesso momento nel quale qualcuno vede le tue spalle, qualcun altro vede il tuo sorriso.

Eppure per andare verso qualcosa devi voltare le spalle ad altro. 

Stamani mi sono svegliata e la piccola ruga, quella del cruccio, come la chiamo io, tra le mie sopracciglia, nello stesso punto nel quale ce l’aveva Mario, m’è parso essersi trasformata in un solco. 

In una notte.

Ma come cazzo è possibile? 

Ho provato a massaggiarla, truccarla, anche a sputare nello specchio, per vedere se si impermalosiva, ma nulla, è sempre lì. 

Frutto, forse, del modo nel quale guardo il mondo, mai leggero, al contrario di quanto voglio far credere.

E fine della storia.

Commenti

Post più popolari