E te, come stai?

Mi sono persuasa del fatto che, in vita mia, ho sprecato fiato e parole su cose, cuori e persone che non erano pronte a riceverle.

Parole che per me sono state come i baci che ti fanno scordare dove sei, come la prima risata piena e grassa del Giova, come gli occhi del mi’ babbo, l’ultima volta che li ho visti sorridere, come il “Buonanotte, amore”, della mi’ mamma, la sera quando scendo a vedere se è tutto a posto, come la chiave nella toppa di casa quando Matteo torna a casa (sempre più tardi, accidentialui).

Parole insistite, anche quando la delusione era procurata a me; io le pronunciavo quando, invece, anche io avrei dovuto riceverle e ascoltarle . 

Credo che capiti a tutti.

In fin dei conti le persone si dividono in due categorie: quelle alle quale interessa di te e quelle che no.

Quelle che ad una tua domanda rispondono: “E te, come stai?” e tutto il resto del mondo, che non fa o non fa più per me. 

E fine della storia.  


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