Per tutto il resto hanno inventato gli uomini

La signora bionda che la mattina, al buffet della colazione, profumava di sonno e di lacca.

Il signore con due fedi all’anulare sinistro, e un mazzo di fiori in mano, domenica mattina, sul vaporetto. 

I turisti, caldi di sole, che si baciavano ad ogni angolo, annunciandosi a vicenda l’amore che avrebbero fatto la sera, chiudendosi dietro le spalle la porta di camera. 

I mille bicchieri di Malvasia che ho bevuto.

I chili di baccalà mantecato che ho mangiato, talmente buono che me lo sarei spalmato addosso e poi mi sarei mangiata da sola, ma pareva brutto.

Il profumo del glicine.

I tramonti sui canali, il gianduiotto con la panna montata, la partita a carte con una famiglia appena conosciuta, tra un cicchetto e l’altro.

Visitare una città ti apre alle possibilità, le stesse di quando visiti e, siccome ti ci garba, abiti per un po’ l’anima e il cuore di qualcuno.

Quando la lasci lei non avrà mai la misura di quanto ti ha dato e di quanto te hai dato a lei, non saprà mai fino in fondo quanto lei ha preso di te e quanto te le hai permesso di prendere. Si domanderà quanto ancora potevate darvi a vicenda? Sì domanderà a quanto avete rinunciato, entrambi, allontanandovi?

Le città sono femmine, perché ti accolgono e ti permettono di abitarle, sono belle e sorprendenti e ti raccontano cose nuove ad ogni passo, senza essere (quasi mai) noiose.

Per tutto il resto hanno inventato gli uomini.

E fine della storia.


Commenti

  1. Anonimo18 aprile

    Splendido. Riesco a 'vedere' tutto quello che ho letto

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