Cinquant’anni e duecentotrenta giorni
Quindiciottobre2023: cinquant’anni e duecentotrenta giorni, ma ci sta che abbia fatto male il conto.
Mi sono comprata una gonna lurex su Shein che non mi metterò mai, lo so già, ma mi avanzavano 18 euro e a me gli avanzi non mi sono mai garbati, a partire da quelli della domenica.
D’improvviso sudo con ogni cellula del mio corpo e pure su ogni centimetro quadrato del mio corpo, tanto quanto non ho mai sudato in cinquant’anni e duecentotrenta giorni, tanto che anche i piccoli nei che ho sulle gambe vorrebbero un bicchiere d’acqua gelata, tanto che sono sempre indecisa tra l’aspettare che passi o spogliarmi nuda e correre sul terrazzo, oggi poi, a farmi asciugare ogni goccia dal meraviglioso vento di mare che finalmente si è alzato, che era l’ora.
Bruno je t’aime ha letto la mia ode d’amore e mi ha mandato a dire che sono bella e commovente, e che mi bacia teneramente sulla guancia.
Voi capite che, insomma, nemmeno il mi’ nonno Oscar.
Comunque oh, ha ragione la mia amica, poteva andare peggio, poteva dire che mi baciava, teneramente, sulla fronte, avrebbe raggiunto l’obbiettivo che ancora la (quasi) menopausa non ha raggiunto.
Domani avrò cinquant’anni e duecentotrentuno giorni, chissà cosa mi aspetta.
E fine della storia
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