La linea dell’orizzonte

La linea dell’orizzonte che tutti i giorni vedo dall’autobus, quella linea visibile e figurata che  separa il cielo dal mare, il conosciuto dallo sconosciuto, il finito dall’infinito,  custode di sospiri e di pensieri, ci spinge, come fanno certi incontri, ad avere una visione, ad immaginare, osare, sperare, sognare. 

Ad essere prismatici, o almeno avere uno sguardo prismatico, capace di vedere una cosa, ma di vederne anche altre cento, o vedere quella stessa cosa in cento modi diversi. 

Un po' come succede con certe persone speciali e uniche, anche se tutti lo siamo, speciali e unici, ma avete capito, linee d'orizzonte del nostro quotidiano, tutto fuorché piatte, capaci di scombussolare e riscrivere la realtà che fino a quel momento conoscevi o svelando, invece, una realtà che fino a quel momento sconoscevi o, ancora, mostrandoti gli infiniti modi di guardarla, quella realtà, che anche se reale non è l’unica possibile. 

Una sorta di multiverso, la cui teoria fosse vera, chissà, in questo momento io sono a Parigi con un cappellino in testa e lo sguardo alto sui tetti di ardesia col telefono in mano per telefonare a babbo e mamma, ancora insieme, al tavolo rotondo della cucina, che bevono il caffè parlottando fra loro.

Il segreto è tutto lì: avere una visione.

Immaginare osare sperare sognare. 

E fine della storia. 


Commenti

  1. Che belle sensazioni trasmetti con i tuoi scritti!

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    1. Conto niente, ma anonimo no!

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    2. Eh no, anonimo mai! Grazie Lelio 😘

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