I cento anni di nonna Tina
25 aprile 2022.
100 anni di nonna Tina.
Qualcuno ha detto che la nostalgia ci rende fragili, ma io trovo che la nostalgia sia un sentimento da dieci; perché ci rende tristi, ma di una tristezza lievemente felice, anche se è strano da dirsi e da ascoltare , per quello che di bello è stato e ci ha plasmato.
Non lo so, trovo che la nostalgia sia un sentimento che porta in grembo la gratitudine, che t’avvolge tutta, come fa il vento nelle libecciate a Livorno.
Sono stata molto legata ai nonni che ho conosciuto e ad un'altra ''giovincella”, che non era mia nonna per l'albero genealogico ma che io ho sempre considerato tale, come ripeto sempre.
Nella casa della mamma della mia mamma ho passato tanto tempo.
Tanti giorni d'estate.
Tanti (tutti) Natali e feste comandate.
Tante (tutte) domeniche invernali.
Lì, ho mangiato i crostini ai fegatini più buoni di sempre.
Lì, ho asciugato centinaia di piatti e bicchieri.
Lì, ho mangiato pinolate e paste al pesto che se ci penso sento ancora il sapore tanto erano buone: inarrivabili.
Lì, ho visto una serie imprecisata di puntate di Beautiful e di Angelus del Papa (binomio improbabile, lo so).
Lì, ho ascoltato il radio giornale con la televisione spenta e la radio in mezzo al tavolo (e guai a chi parlava) e mi sono dissetata con l'acqua del rubinetto.
Lì, ero la ''Nini'' o l’ “amorosa”.
Lì, ho mangiato bracioline a tutte l’ore, perché se d’azzardavi a chiedere un ovo al tegamino che scherzi, Nini, l’ovo lo mangi dalla tu’ mamma.
Lì, ho trascorso momenti indimenticabili, di un indimenticabile pezzo di vita.
Il bene che vuoi alle persone, il loro valore per te, non viene definito dalle parole della gente, bensì da quello che siamo stati gli uni per gli altri.
E fine della storia
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